Marco Capitoni racconta la sua cantina Orcia Doc

12 Ottobre 2016

Nella cantina Capitoni nasce un vino dagli aromi intensi grazie alla terra di formazione pliocenica e la vinificazione si fa anche in anfora

insegna-capitoni-orciaIn questa quarta tappa del viaggio alla scoperta dei volti Orcia Doc, mi ritrovo nella bellissima Pienza, la città utopica voluta da Papa Pio II, situata nel cuore della Val d’Orcia. Lungo la strada bianca contornata di alti cipressi, che conduce fino alla frazione di Monticchiello, si trova la cantina Capitoni.

Il sole splende alto nel cielo senza nuvole e da Podere Sedime si può godere di una vista sensazionale della “città ideale”. Appena scesa dall’automobile, l’intraprendete produttore Orcia, il signor Marco Capitoni, mi viene incontro per salutarmi e mi invita in cantina dove comincia a raccontarmi la sua storia.

Marco Capitoni racconta la sua cantina

“E’ da generazioni che la nostra famiglia si dedica all’agricoltura e da sempre ha abitato le campagne intorno a Pienza. Un avi-capitoni-orciatempo il podere possedeva circa 50 ettari suddivisi in uliveti, vigneti e soprattutto seminativo. Poi, dal 1996, c’ è stata la volontà da parte mia di continuare questo lavoro, di far evolvere l’azienda agraria dedicandomi in particolar modo alla vitivinicoltura. In questo modo recuperammo i vigneti che già possedevamo e nel 1999 ne impiantammo altri 4 ettari. Nello stesso momento iniziammo i lavori per creare la cantina, recuperando la vecchia struttura. Nel 2001 arrivò la nostra prima bottiglia: il vino Capitoni Orcia Doc. Per me è stato estremamente stimolante privilegiare questo tipo coltura poiché credo che produrre vino è una di quelle poche attività che  ti permette di seguire l’intera filiera produttiva fino ad arrivare alla bottiglia finita. Questo risultato importante non si sarebbe ottenuto se non avessi beneficiato del supporto della mia famiglia poiché l’azienda è prettamente a conduzione familiare.

Se dovessi pensare ad un momento importante del vissuto della mia carriera professionale degli inizi, penserei all’emozione che ho provato il giorno in cui sono andato a ritirare le mie prime etichette. Vedere scritto su un prodotto il nome della mia famiglia è stato molto gratificante. Tutto il lavoro, la fatica, la passione che avevamo messo nel produrre quelle bottiglie di vino si concretizzava bottiglia-orcia-capitoniattraverso questo riconoscimento. L’estrema cura e precisione nella gestione del vitigno ha da sempre distinto quest’azienda, e vedere apportato il nome Capitoni su un prodotto da commercializzare è anche espressione della mia volontà di rendere merito al lavoro svolto dai familiari che mi avevano preceduto. E’ per questi motivi che per me il vino Orcia si presenta originale e con molte potenzialità. Originale perché, secondo la nostra filosofia produttiva, il primo passo da fare per ottenere un vino che mantenga in bottiglia tutte quelle caratteristiche del vitigno e della microarea da cui nasce, è la viticultura manuale di precisione, curare in tutti i suoi aspetti la vite. In questo modo si ottiene fin da subito uva sana e ricca che arriva in cantina e si trasforma in vino, nella maniera più naturale possibile, senza utilizzare trattamenti chimici. Ecco che cerchiamo di preservare le caratteristiche più nostre in funzione di un’originalità del vino. La Doc Orcia mette al primo posto il rispetto per il vitigno che deve essere impiantato su terreni vocati. I nostri vigneti sono localizzati su di una collina, all’altezza di 464 m s.l.m. e il terreno era, per la precisione, un fondale marino pliocenico, come lo testimoniano i tanti frammenti di conchiglie fossili. La lieve altitudine, dove avvengono escursioni termiche importanti, e la formazione del terreno, sono caratteristiche funzionali all’uva per acquisire gli aromi e i profumi che si ritrovano in bottiglia. Ecco le cantina-intero-giare-capitoni-orciapotenzialità di un vino Orcia. Possediamo 12mila piante di Sangiovese e 6mila di Merlot. Un blend che da vita allo storico Orcia Capitoni. Frasi Orcia doc, invece, nasce da una lavorazione di tipo tradizionale, 90% Sangiovese e una minima percentuale di Colorino e di Canaiolo. Infine, Troccolone, è la nostra ultima interpretazione di Sangiovese, nata nel 2015 dalla volontà di valorizzare le uve provenienti da una singola porzione di vigneto che, vinificate separatamente ormai da diversi anni, ci davano sempre un vino particolarmente interessante per ricchezza di profumi e freschezza. La particolarità di questo vino non risiede solo nel nome, un sostantivo dialettale con cui veniva chiamato il commerciante che frequentava i poderi della Val d’Orcia, portando generi alimentari oppure piccoli utensili; ma sta soprattutto nella tipologia di vinificazione, che non avviene solo  in botte come per gli altri due vini, ma anche in anfora.

grappolo-podere-sedime-capitoniIl numero di bottiglie prodotte si aggira intorno alle 20mila e tutte hanno apportato nelle etichette il simbolo della cantina, la cariatide, una figura femminile dall’aspetto austero ed impettito, portatrice di prosperità e fecondità, che si trova nell’antica Pieve di Corsignano del VIII secolo situata anch’essa vicino a Pienza.

Se dovessi associare il vino Orcia ad un genere musicale, direi musica da cantautore. Il cantautore è un artigiano di canzoni che nei suoi testi esprime una posizione ben precisa la quale proviene da un bagaglio culturale accumulato nel tempo, e si distacca dalla logica commerciale; analogamente il produttore di vino nella sua bottiglia mette dentro la sua passione, la fatica del lavoro, il legame con la sua terra, denunciando così quella commercializzazione di prodotti lavorati con pratiche che non provengono dal mondo agricolo, né tanto meno con le mille attenzioni che invece qui, nella cantina Capitoni, da sempre mettiamo nella produzione del vino”.

La natura non ha fretta, eppure tutto si realizza” (Lao Tzu)

GUARDA IL VIDEO DELLA CANTINA CAPITONI

Visita alla cantina Orcia Capitoni Marco di Pienza

Visita la cantina Orcia Doc Capitoni Marco nel cuore della Val d’Orcia a pochi km da Pienza sulla strada bianca che conduce al piccolo borgo di Monticchiello. Qui nasce un vino dagli aromi intensi grazie alla terra di formazione pliocenica e la vinificazione avviene anche in anfora

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