Annalisa Tempestini racconta la cantina Fattoria Resta

16 Novembre 2016

Da un luogo intriso di storia, la cantina di Fattoria Resta produce un vino dalla struttura precisa proveniente da sole uve di Sangiovese Grosso

Lunedì 17 Ottobre 2016 ,Buonconvento

vigneto-fattoria-restaDodicesima tappa del viaggio alla scoperta dei volti Orcia Doc. Mi trovo a percorrere la via Francigena che si dirige verso Siena. In una terra di confine tra la Val d’Orcia e la Val d’Arbia, si trova l’antica Fattoria Resta, luogo intriso di storia dove abita la produttrice Orcia Doc, Annalisa Tempestini. Accompagnata da un cielo azzurro nascosto da una leggera nebbiolina che domina spesso queste zone mi dirigo verso l’azienda. Accolta da un simaptico cagnolino che mi fa strada verso la cantina incontro Annalisa che inizia a raccontarmi la sua storia.

Annalisa Tempestini racconta la sua cantina Orcia Doc

“Io e mio marito abbiamo vissuto da sempre nel mondo del vino e con questa passione nel cuore abbiamo deciso 1989 di comprare Fattoria Resta e successivamente ,nel 1999, di piantare la vigna di fronte alla proprietà. Quindi lasciammo il nostro impiego nelle aziende di Montalcino dove producevamo Brunello, per dedicarci completamente alla nostra vigna e stare più vicini ai nostri tre figli. Possediamo ancora qualche ettaro di vigneto a Montalcino dal quale ricaviamo il Rosso.

villa-fattoria-restaIntrapresa l’attività vitivinicola a Fattoria Resta, nel 2004 con la prima vendemmia abbiamo prodotto le nostre prime bottiglie e poco dopo siamo entrati a fare parte del Consorzio del vino Orcia, una scelta molto bella e sensata poiché mi piace l’idea di essere dentro ad un gruppo di produttori che coltivano la stessa mia passione per una giovane denominazione che si sta facendo strada.  Il vigneto non è molto grande, si tratta di 7mila metri esclusivamente di Sangiovese Grosso. Il legame con questo vitigno autoctono non risiede solo nella nostra esperienza di produttori di Brunello, ma soprattutto dalla passione che abbiamo per questo territorio. Non siamo interessati ad altre varietà, il Sangiovese ci rispecchia in quanto uva autoctona anche se noi non siamo originari della Val d’Orcia. Io sono per metà americana e per l’altra metà fiorentina, mentre mio marito è milanese. Dunque il sangiovese che coltiviamo qui è un clone di Montosoli Altesino dove viene prodotto Brunello di alta qualità. Il nostro metodo di produzione consiste in una esclusiva selezione delle uve a mano e sia in vigna che in cantina lavoriamo nel rispetto della natura e delle uve. Persino l’etichettatura delle bottiglie è fatta a mano.

Per capire al meglio la filosofia con cui produciamo vino Orica Doc da 12 anni, si deve conoscere anzitutto la storia di questo magnificocantina-fattoria-resta luogo di cui io non mi sento assolutamente proprietaria ma una semplice custode che continua tradizionalmente l’attività di produzione vinicola e ospita per le degustazioni i clienti che vengono a visitare la cantina secolare.

Nel 1500 questa struttura era adibita a monastero di un piccolo ordine di suore, oggi soppresso, proveniente da Volterra ma legato al Santa Maria della Scala di Siena. La famiglia Chigi Saracini, precedente proprietaria lasciò in dono alle ecclesiastiche la struttura che fu adibita non solo come punto di ristoro per i pellegrini della Francigena ma anche come casa di accoglienza per le donne in difficoltà. Successivamente nel 1800 la casa fu abitata dalla famiglia Pallavicino. Lo testimonia una targa in marmo all’ingresso della cantina,  che segnala la visita di Napoleone presso Fattoria Resta ,imperatore di Francia, alla famiglia nel 1805 quando fu Re d’Italia.

vini-orcia-doc-fattoria-restaLa cantina ha un suo fascino particolare e la considero la brochure dell’azienda. Quando l’abbiamo comprata il suolo non aveva un isolamento ma era composto solo da terra. Nella ristrutturazione, ispirati dallo stile di alcune cantine che abbiamo visitato nel nord Italia, abbiamo deciso di mettere della ghiaia come pavimentazione, la quale trattiene l’umidità e, insieme a delle finestrine costantemente aperte, ha la funzione di mantenere una temperatura costante in ogni periodo dell’anno e aria sanissima. Abbiamo ancora in buono stato vecchie bottiglie. Come accennato, la particolarità di questo luogo sta nell’iscrizione che leggiamo nella colonna portante situata al centro della cantina. Si tratta della colonna che sostiene l’intera villa e che fu firmata dal suo costruttore. L’iscrizione è una preghiera intervallata da alcuni simboli di derivazione incerta in cui sono riportati la data di costruzione della struttura, 1573, e la parola vino. Grazie all’Università di Siena che ci ha aiutati nell’interpretazioni della frase, siamo potuti venire a conoscenza di una parte di storia di questo posto che comprende l’attività vitivinicola già esistente in quel periodo. L’intenzione termina con parole umili e la firma del capomastro Martin del Nero con cui abbiamo chiamato il nostro Orcia Doc. Onorare questo uomo intitolando il vino che produciamo qui è per me motivo di gioia e una benedizione al lavoro che costantemente svolgiamo nell’azienda.

Altra passione che coltivo è lo yoga. Il luogo si presta bene per la meditazione e organizzo varie lezioni con le mie amiche non a scopo di luco,  ma molto spesso raccogliamo soldi per la beneficenza. Mi fa piacere aprire la casa alle  persone raccontare loro la storia di questo magnifico posto. Il mio compito è quello di accogliere le persone e di esprimere, attraverso il mio racconto e attraverso il vino, il mio amore per questo tipo di produzione oltre che per questo luogo.

Provenendo dalla produzione di Brunello, mi piace lasciare il Martin del Nero Orcia Doc per qualche mese in bottiglia prima di incisione-colonna-cantinacommercializzarlo. Questo vino ha una struttura precisa data dal Sangiovese. Anche se le annate non sono tutte uguali, puntiamo ad una precisa comunione tra la presenza del frutto e quella del legno che offre al vino una base di appoggio. L’equilibrio che ogni volta punto a raggiungere è quello che lascia l’uva libera di esprimersi di non lasciarsi invadere  troppo dal sapore di legno.  

Infine, il genere musicale che assocerei all’Orcia doc che produco ha delle affinità con questo luogo. Un po’ di tempo fa sono venuta a conoscenza di Hildegard of Bingen, una badessa vissuta alla fine del 1100, che fu poetessa, guaritrice e musicista. Appassionandomi a questa figura mi sono scaricata una play list con le sue composizioni che mi piace mettere durante le degustazioni o durante la visita dell’azienda.”

“La preghiera è un atteggiamento di vita” (Walter A. Mueller)

GUARDA IL VIDEO DELLA CANTINA FATTORIA RESTA

Visita alla cantina Orcia Fattoria Resta di Buonconvento

In visita alla cantina Fattoria Resta a Buonconvento. Da un luogo intriso di storia, si produce un vino dalla struttura precisa proveniente da sole uve di Sangiovese Grosso

 

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