Riccardo Olivi racconta la cantina Le Buche

Tra la Val d’Orcia e la Val di Chiana si trova la cantina Le Buche, dove tra le tante varietà di vitigni si coltiva il Sangiovese e il raro e antico Pugnitello

Alla quinta tappa del viaggio alla scoperta dei volti Orcia Doc, mi ritrovo a raggiungere un territorio di confine tra la Val d’Orcia e la Val di Chiana, dove sorge il borgo medievale di Sarteano. Fuori le mura che cingono la città, numerose sono le tracce che testimoniano la presenza degli Etruschi, l’antica popolazione che dominava queste zone. Immersa nel bellissimo paesaggio ricco di storia, dove la natura ancora è intatta, si trova la cantina Le Buche guidata dal signor Giuseppe Olivi e dal figlio Riccardo.

Il sole alto e il cielo limpido fanno da sfondo al lungo sentiero bianco che mi conduce verso questo splendido posto. Le vigne sono affollate dagli operai che stanno vendemmiando. Il signor Riccardo Olivi, accompagnato dalla moglie Daniela, uscendo dall’ufficio mi raggiunge per raccontarmi la sua storia.

Riccardo Olivi racconta la cantina Le Buche

<< Nel 1996  con mio padre decidemmo di comprare il Podere Le Buche, situato in un’area che già nel 1826  compariva sulla mappa del primo Catasto Leopoldino con il nome di Buche, che si riferisce alle tombe Etrusche che insistevano in questa area e che furono ritrovate proprio qua. Quindi è per questo che abbiamo pensato di riprodurre nel nostro logo un’ Urna Etrusca. Nella stessa mappa sotto Buche pod. c’è una scritta più grande “Vignone” a rappresentare un grande vigneto esattamente dove noi abbiamo realizzato i nuovi vigneti.

Già nel 1990 mio padre e mia madre Giovannella hanno ristrutturato il Podere Sovana, un complesso di eleganti casali dal quale hanno avviato l’attività agrituristica che si trova a circa  4 km dalle Buche. E’ sulla medesima impronta che nasce il Wine Resort e Spa gestito anche da mia moglie Daniela. Nel 2000 con l’aiuto dei nostri attuali consulenti  agronomi ed enologi, la dott.ssa Laura Bernini, il dott. Andrea Paoletti e il prof. Daniel Schuster, decidemmo di progettare i nostri vigneti impiantando una vasta gamma di vitigni: Merlot, Cabernet, Sirah, Petit Verdot, Sangiovese, Trebbiano, Verdicchio, Sauvignon Blanc e Vionier e il “Pugnitello” che viene vinificato in purezza e distingue l’azienda per la sua rarità “it is very rare”. Questo vitigno che era in estinzione produce piccoli grappoli, più piccoli di un pugno, per questo si chiama Pugnitello.

Era il 2005 quando abbiamo fatto la prima vendemmia e siamo usciti con i primi tre vini nel 2008 al Vinitaly: Le Buche, Memento e Tempore poi la gamma si è ampliata con due bianchi Coreno “Orcia Doc” e Orhora poi un rosè Zelia e altri rossi: Primaio, Chianti Superiore e Pugnitello, ultimamente una nuova selezione di rossi in purezza denominata “I Puri”,  e per finire il nuovo Brut Rosè Zelia.

Se dovessi descrivere il vino Orcia Doc in due parole lo definirei carico e/o pieno di amore e tradizione. Amore, perché con grande passione e in maniera “maniacale”ci dedichiamo al vigneto al fine di portare in cantina un’uva eccellente. La selezione avviene su due nastri di cernita, uno per i grappoli ed uno per gli acini, dopo di che gli acini senza alcune impurità, dal piano superiore scendono nei vasi di fermentazione dove la  fermentazione avviene in modo naturale senza aggiunta di lieviti. Tradizione  perché viene prodotto con base di Sangiovese vitigno autoctono toscano, maturato e invecchiato in grandi botti di rovere.

Il genere musicale a cui abbinerei il nostro vino Orcia, è il golden jazz. La musica è rilassante ma allo stesso tempo  armoniosa, mi ricorda il carattere del nostro bianco Doc  Orcia Coreno. Un’accoppiata ideale per un aperitivo in relax>>.

“Il vino è un composto di umore e luce” (Galileo Galilei)

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Visita alla cantina Orcia Olivi Le Buche di Sarteano

Visita la cantina Orcia Doc Olivi-Le Buche tra la Val d’Orcia e la Val di Chiana, dove tra le tante varietà di vitigni si coltiva il Sangiovese e il raro e antico Pugnitello